Questo è un breve reportage realizzato durante la “seconda ondata” della pandemia da Covid-19, tra il 15 e il 30 marzo 2021, nella mia città, Udine.
L’Italia era divisa in zone colorate in base alla pericolosità del contagio (bianca-gialla-arancione-rossa) e tutta la regione Friuli Venezia Giulia era in zona rossa, quella con le maggiori restrizioni: tutti i negozi non essenziali erano chiusi, i bar aperti solo per asporto fino alle 18 e non era permesso uscire di casa se non per lavoro, acquisti di prima necessità, attività motoria nei pressi di casa e per portare fuori il cane. Il risultato fotografico di queste restrizioni è una città molto suggestiva, quasi spettrale e struggente. Le poche persone che si potevano incontrare erano abitanti del centro, usciti per portare fuori il cane, fare una breve passeggiata o spostarsi da o verso il lavoro.
Tutte le fotografie sono state scattate con un iPhone 12 Pro in RAW/DNG perché questo reportage mette tra parentesi la qualità tecnica delle immagini per trasmettere invece il sentimento che provavo attraversando la mia città dopo il lavoro: un sentimento di solitudine e alienazione, come se la vita del centro fosse stata temporaneamente spenta.
English
This short report was made during the “second wave” of the Covid-19 pandemic, between March 15 and 30, 2021, in my city, Udine.
Italy was divided into color zones based on the risk of contagion (white, yellow, orange, red), and the whole region of Friuli-Venezia Giulia was in the red zone, the one with the strictest restrictions. All non-essential stores were closed, bars were open only for take-out until 6 PM, and leaving the house was only allowed for work, essential shopping, exercise near home, or walking the dog. The result of these restrictions was a hauntingly beautiful city, almost ghostly and heartbreaking. The few people you might run into were city center residents, out to walk their dogs, take a short stroll, or travel to or from work.
All photographs were taken with an iPhone 12 Pro in RAW/DNG format because this reportage prioritizes capturing the mood over technical quality. It reflects the emotions I felt walking through my city after work: a sense of loneliness and alienation, as if the city center’s life had been temporarily switched off.